Mi occupo di restauri di dipinti e mobili antichi all’interno della bottega e sono appassionata guaritrice di oggetti di valore artistico o affettivo. Voglio condividere con voi l’ articolo che mi è stato dedicato dal settimanale IL TEMPO del 13 febbraio scorso, nel quale ho avuto modo di spiegare da dove è nata questa mia passione e dove mi sta portando.
All’interno di Start60 curare gli oggetti antichi, che abbiano un valore artistico ed economico o solo affettivo, significa prendersi cura del proprio passato e di ciò che si è scelto di salvare.
La nostra è un’oasi in cui l’arte e l’artigianato si mescolano e in cui ogni oggetto viene valorizzato. Ho iniziato a lavorare con Marco e Luca quando, anni fa, il loro papà mi assunse per restaurare dipinti. Questa mia passione è maturata nel tempo, con calma. Mi è sempre piaciuto disegnare e dipingere e grazie ai miei genitori che hanno sempre caldeggiato la mia vena artistica, mi sono iscritta alla Scuola d’arte conseguendo il diploma di grafica pubblicitaria e fotografia. Ho poi continuato il percorso con un corso triennale di restauro di tele, tavole e sculture lignee, conseguendo il titolo nel 2009.
Di recente ho terminato il restauro del piano di un pianoforte a coda, con un elegante motivo a intarsi che lascia intravedere le corde. I dettagli sono stati realizzati seguendo la venatura naturale del legno per renderlo ancora più prestigioso.
Occorre molta sensibilità personale, la delicatezza della mano si affina con l’esperienza, ma la sensibilità deve essere innata per procedere in questi lavori.
Riconoscere il materiale e ricondurre l’oggetto di valore ad un determinato periodo storico è un’altra cosa importante del mio lavoro. Tutti e tre crediamo che sia importante innovarsi nel solco della tradizione, magari partendo da qualche elemento per poi arrivare all’arredo completo.
Armonia è la nostra parola chiave ed essere artigiani ci porta a dare consigli anche sui migliori materiali da utilizzare per coniugare design e funzionalità. Arredare o rinnovare è l’evoluzione di quello che sappiamo fare e risponde alle nuove esigenze.
Sara Malavasi
Articolo preso dal settimanale Il Tempo | 13 febbraio ’19